giovedì 14 ottobre 2010

TUTTI MORTI TRANNE UNO


TUTTI MORTI TRANNE UNO


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Comunicato stampa

TUTTI MORTI TRANNE UNOMORIRE DI TIFO IN ITALIA: DALLE ORIGINI A GABRIELE SANDRI
Sono morti in 24, ma in teoria avrebbero potuto essere 1000. 24 è il numero delle vittime calcistiche da stadio in Italia fino a oggi. Un numero enorme, per alcuni. Una cifra perfino irrisoria, per altri, specie se si considera il numero di scontri ogni domenica, in serie A come anche nei campionati minori.
Dagli anni ’60 fino alle recenti cronache, nel nostro Paese si muore per seguire la propria squadra. In tutte le altre realtà europee il problema degli ultrà è stato quanto meno depotenziato. Nel nostro Paese, invece, malgrado i proclami della politica, va sempre peggio. Perché?
Tutti morti tranne uno, nel cercare di rispondere a questa domanda, riprende e amplia fino alle estreme conseguenze il discorso lasciato in sospeso dal precedente Ultraviolenza. Le 13 vicende presenti nel nuovo libro sono raccontate senza omissioni, con i contributi di molti degli interessati e con la chiarezza di chi non gira intorno alle parole. Il calcio copre affari illeciti, delinquenza comune e organizzata, omertà, trame politiche, malagiustizia.
Se Ultraviolenza si ferma al 2004, anno della sua edizione, Tutti morti tranne uno arriva ai giorni nostri, alla strettissima attualità. Nell’ultimo decennio si è visto di tutto: un motorino che ruzzola giù da una gradinata, un poliziotto che viene ucciso nei tumulti durante un derby, un altro tutore dell’ordine che trasforma l’autostrada nel far west, la falsa notizia di un bambino ucciso dalle forze dell’ordine che diventa pretesto per far sospendere “a furor di curva” una partita che mezzo mondo stava guardando in tv.

Dal dopoguerra in poi, il calcio è uno dei principali detonatori sociali. Nel corso dei decenni, il tifo diventa un fattore di primaria importanza in termini di aggregazione e di orientamento al consenso politico. Calcio e politica temono gli ultrà, li coccolano, se li tengono buoni. Forse un giorno se ne libereranno, quando la loro presenza non sarà più ritenuta inevitabile. Ma per ora questa appare una missione impossibile. Troppi interessi di varia natura sembrano ostacolare un'operazione di tale complessità.

Diego Mariottini classe 1966, è nato, vive e resiste a Roma. È giornalista pubblicista dal 1994. Collaboratore "free lance" presso carta stampata, radio e televisione, nonché autore di saggi storico-politici, si occupa da anni di comunicazione dello sport nell'ambito della Pubblica Amministrazione. Ha pubblicato due romanzi, “Il girone di non-ritorno” (2005) e “Le ombre del Santo” (2008). Ultraviolenza (Bradipolibri, 2004) è stata la sua prima opera saggistica sul fenomeno ultrà in Italia. Tutti morti tranne uno (2009), la seconda.