Questo libro, evidenziando e condannando senza appello le omissioni
della stampa sportiva, vuole ripercorrere gioie e dolori, miserie e
successi, del Napoli di Maradona; svelando retroscena e episodi di
cronaca nascosti, minimizzati o dimenticati. Dalla crescita di un sogno,
con l’arrivo sotto il Vesuvio del migliore calciatore del mondo, alle
tante curiosità, al ‘colore’, la passione. Fino ai sospetti che hanno
accompagnato alcune delle stagioni luccicanti del Napoli di Maradona
(1984-1991), materializzati attraverso le clamorose rivelazioni dell’ex
presidente Corrado Ferlaino a “Il Mattino”(dell’11 settembre 2003). L’ingegnere spiegò che “Dalla
domenica sera al mercoledì Diego, come qualcun altro del Napoli,
soprattutto calciatori giovani, era libero di fare quel che voleva, ma
il giovedì doveva essere pulito (…) Del resto, basta non assumere
cocaina per un certo periodo di tempo perché questa non risulti alle
analisi del dopo partita.(…) Moggi, Carmando, il medico sociale
chiedevano ai giocatori se erano a posto, allora non sapevo cosa
accadeva, però qualche anno dopo sono venuto a conoscenza che si
adottava un trucco: se qualcuno era a rischio gli si dava una pompetta
contenente l’urina di un altro, l’interessato se la nascondeva nel
pantalone della tuta e quando entrava nella stanza dell’antidoping,
invece di fare il suo ‘bisognino’ versava nel contenitore delle analisi
l’urina ‘pulita’ del compagno. (…) Nonostante questo, Diego
quel giorno del 1991 fu trovato positivo, Moggi gli aveva chiesto se era
in condizione e lui rispose: sì lo sono, va tutto bene. Il fatto è che i
cocainomani mentiscono a se stessi. Risultò positivo e quando l’allora
presidente Nizzola mi chiamò in via confidenziale per darmi la notizia
fu troppo tardi. Insistetti, gli dissi: presidente dimmi cosa posso
fare, ma lui rispose: ormai non puoi fare più nulla”. A proposito dei due scudetti conquistati, Ferlaino aggiungeva: “Sì,
soprattutto il secondo fu, diciamo così, il più movimentato. Quello
scudetto me lo ricordo bene perché per vincerlo dovetti impegnarmi
molto. Fu importante la partita Verona-Milan. Allacciai buoni rapporti
con il designatore Gussoni. Il Milan aveva un arbitro molto amico:
Lanese, detto “milanese”. A noi, invece era molto vicino Rosario Lo
Bello e lo era perché meridionalista convinto. Il campionato si decise
il 22 aprile 1990: il Milan giocava a Verona, Gussoni designò Lo Bello
per quella partita; successe di tutto, espulsioni, milanisti arrabbiati
che scaraventarono le magliette a terra: persero 2-1. Noi vincemmo
serenamente a Bologna per 4-2 e mettemmo in tasca tre quarti di scudetto”. E la monetina di Alemao ? “Fu
colpito, forse ingigantimmo l’episodio, ma la partita era comunque già
vinta a tavolino. Facemmo un po’ di scena. L’idea fu di Carmando (ndr.: il massaggiatore del Napoli). Alemao
all’inizio non capì, lo portammo di corsa in ospedale, gli feci visita e
quando uscii dichiarai addolorato ai giornalisti: ‘Non mi ha
riconosciuto’. Subito dopo scoppiai a ridere da solo, perché Alemao era
bello e vigile nel suo lettino”.
Tra le vittime di certi eccessi del Napoli di Maradona, quella che ha pagato più pesantemente è stato Giuliano Giuliani, portiere della formazione partenopea nelle stagioni 1988-’89 e 1989-’90. L’estremo difensore morì di AIDS presso il reparto malattie infettive dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna il 14 novembre 1996, a soli trentotto anni. Se solo pensiamo che nei dieci anni successivi alla partenza del tandem Moggi-Maradona, il Napoli, dissanguato, ha conosciuto la serie B, la serie C, il fallimento, il rischio di scomparsa dai campionati professionistici. Se aggiungiamo che Maradona ha lottato tra la vita e la morte per le conseguenze sul cuore derivanti dall’abuso di stupefacenti; se pensiamo alla morte di Giuliani, all’arresto di Andrea Carnevale, alla salma trafugata del figlio di Salvatore Bagni, ecc…, abbiamo un quadro, sia pur parziale, di cosa abbia purtroppo offuscato, negli anni successivi ai trionfi, l’immagine delle coppe e degli scudetti conquistati.
Autore: Lupo Silvestro
Tra le vittime di certi eccessi del Napoli di Maradona, quella che ha pagato più pesantemente è stato Giuliano Giuliani, portiere della formazione partenopea nelle stagioni 1988-’89 e 1989-’90. L’estremo difensore morì di AIDS presso il reparto malattie infettive dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna il 14 novembre 1996, a soli trentotto anni. Se solo pensiamo che nei dieci anni successivi alla partenza del tandem Moggi-Maradona, il Napoli, dissanguato, ha conosciuto la serie B, la serie C, il fallimento, il rischio di scomparsa dai campionati professionistici. Se aggiungiamo che Maradona ha lottato tra la vita e la morte per le conseguenze sul cuore derivanti dall’abuso di stupefacenti; se pensiamo alla morte di Giuliani, all’arresto di Andrea Carnevale, alla salma trafugata del figlio di Salvatore Bagni, ecc…, abbiamo un quadro, sia pur parziale, di cosa abbia purtroppo offuscato, negli anni successivi ai trionfi, l’immagine delle coppe e degli scudetti conquistati.
Autore: Lupo Silvestro
Editore: Urbone Publishing www.urbone.eu
Prezzo: 7,99
Pagine: 220
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